Da questa edizione Filmmaker rinnova il proprio fondo di produzione per giovani e giovanissimi registi, grazie a una nuova iniziativa dedicata alle donne che hanno la passione per il cinema. Donne con meno di 35 anni a cui dare la possibilità di emergere e rendersi visibili.
Filmmaker Passion, questo il nome della sezione, è un tributo alle donne e in contemporanea un omaggio a Silvano Cavatorta che ha sempre avuto un occhio attento ai progetti cinematografici delle esordienti, sostenendole nella libertà e nell'urgenza dei loro film.
Filmmaker Passion prende il via nella primavera del 2012, in poco tempo sono stati trovati gli sponsor (MCS Marlboro Classics, Dirk Bikkembergs, Ermanno Scervino, Kemon, Consorzio del Prosciutto Toscano, Della Ciana, Trefoloni&Associati) e un comitato scientifico, composto da critici, docenti e organizzatori culturali vicini allo spirito di ricerca proprio di Silvano, ha suggerito una rosa di nomi invitati a presentare dei piccoli progetti cinematografici. In seguito, una giuria tutta al femminile, composta dalla regista Alina Marazzi, la giornalista Paola Piacenza e l'attrice e drammaturga Chiara Lagani, ha selezionato tre opere dalle tematiche ricche e complesse. Il film d'animazione di Marta Roberti, Sarà stato, si serve di una dimensione onirica per raccontare l’invidia del pene e le frustrazioni femminili. Dolphin Girls, firmato da Giada Totaro e Claudia Casati, indaga la realtà quotidiana di un gruppo di adolescenti che vivono in una comunità psichiatrica di Milano, costruendo insieme un'opera partecipata sui sentimenti delle adolescenti. Il terzo, Atlante silvestre dell'artista visiva Micol Roubini, affronta l'ambivalente rapporto tra ambiente naturale e intervento umano nei suggestivi paesaggi della Valle delle Foppe di Barone.
Per sottolineare la novità di Filmmaker Passion abbiamo ideato una brevissima sigla, firmata da Tekla Taidelli, dedicata alla passione amorosa al femminile, racchiusa in un bacio tra due donne. Tutto questo per far luce su un tema che ancora oggi rappresenta, troppo spesso, un tabù. Se in Italia si parla ormai con grande tranquillità di omosessualità maschile, quella al femminile genera ancora imbarazzo. La sigla ispirata al celebre Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard, vuole essere un tributo alla passione femminile, nella sua accezione più ampia, da quella amorosa a quella per il cinema.